Apolidea, documentation of urban installation, video HD, 6' (2011) / photo c-print, variable dimensionsdevisventurelli.comdevisventurelli.com

Il progetto Apolidea, il viaggio dell'apolide, mostra uno spazio urbano dall'architettura rigidamente monumentale, all'interno del quale sono depositati tendaggi nomadi e lievi. L'intervento vuole instaurare un’antinomia fra le cascanti strutture tessili delle tende e la struttura razionale degli edifici urbani. Il cortocircuito fra la leggerezza temporanea delle strutture precarie, esposte come fossero tessuti dal display aleatorio, e l’organizzazione meticolosamente disegnata degli edifici circostanti, è il paradosso concettuale e tematico di questo video, fra progetto e non progetto, fra architettura e anarchitettura.  L'installazione è stata realizzata utilizzando scampoli di tessuto riciclati che costruiscono forme orografiche variabili che evocano, dal punto di vista formale, un disegno allusivo a forme organiche e naturali. L'accampamento fa riferimento alla tradizione culturale e antropologica dei popoli non stanziali e ai loro processi migratori, problematica quanto mai attuale, ricorrente e rilevante anche nell'epoca della globalizzazione.

The Apolidea project, the journey of the stateless, shows an urban space with a rigidly squared-off, monumental architecture, inside which are stored light tent draperies of nomad production. The intervention aims at establishing an antinomy between the cascading textile structure of the tents and the rational structure of the urban buildings. The short-circuit between the fleeting lightness of these impermanent structures, displayed as if they were woven randomly, and the meticulously planned organization of the surrounding buildings, creates the conceptual paradox of this video, half-way between project and non-project, architecture and non-architecture. The installation was built with scraps of recycled fabric, which create variable mountain-shaped patterns that allude to organic, natural forms. The camp refers to the cultural and anthropological tradition of itinerant populations and their migratory movements, a recurring issue that is more relevant than ever today, in the age of globalization.

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